Super-abili con il riciclo e la solidarietà degli altri
Super-abili con il riciclo e la solidarietà degli altri
Nella Giornata nazionale delle persone con disabilità intellettiva, a Roma la cooperativa Ways sostiene le persone diversamente abili attraverso la raccolta di dispositivi elettronici usati
Due anime, una più ecologica, l’altra puramente socio-assistenziale, si uniscono in una realtà romana capace di ritmare il battito della parola ‘uguaglianza’. Presso la cooperativa WAYS – situata in un luogo molto speciale alla periferia nord della Capitale – si incontrano invece l’idea di una società che abbia a cuore la cura delle categorie più fragili – come le persone affette da disabilità intellettiva – e l’aspirazione a uno stile di vita orientato alla salvaguardia dell’ambiente attraverso il riciclo.
Come spiega Lynda Johnson Vitali – Presidentessa e fondatrice della cooperativa dal lontano 2007 – WAYS è una realtà che nasce come progetto di inserimento lavorativo per i ragazzi con disabilità intellettiva. Oggi la cooperativa è formata da nove persone tra i trenta e i quarant’anni e attraverso la raccolta di telefonini usati, hardware e tappi di plastica, è riuscita a creare sia una rete virtuosa di assistenza sociale sia un importante servizio verde per la comunità. “Abbiamo cominciato parecchi anni fa in maniera autonoma – racconta la Johnson che descrive la propria esperienza di madre di un ragazzo con Sindrome di Down nel libro Chiamami Alex – e con l’idea di favorire il collocamento di ragazzi diversamente abili nel mondo del lavoro”.
Poi, all’inizio di questo percorso, avviene l’incontro casuale con la prospettiva ecologica e la capacità successiva di assumersene l’impegno civico. “Il progetto di poter dare uno spazio ai nostri ragazzi attraverso il riciclo di telefonini usati, (ma non è l’unica attività della cooperativa ndr), mi è venuta per caso. Un giorno ho trovato il volantino di un’azienda inglese che raccoglieva vecchi telefonini e li ho chiamati”.
Così – con un po’ di fortuna e molto intuito – la dimensione ambientale ha assunto centralità nel lavoro di WAYS: ”Oggi i telefonini vengono raccolti in più punti e i ragazzi si occupano poi di aprirli, smontarli, leggere il numero di serie e catalogarli. Tutte azioni che implicano un lavoro cognitivo e psico-fisico sensibile e che agisce sulle loro disabilità facendoli sentire parte di una comunità”.
Infatti, come riportato dalla Johnson, i ragazzi diversamente abili in Italia godono fino al momento di fine ciclo scolastico di una forte protezione sociale che va via via indebolendosi con il progredire dell’età. “L’Italia è un paese all’avanguardia per quanto riguarda il sostegno scolastico; i ragazzi fino a quando sono a scuola vengono inseriti in un contesto relazionale senza particolari problemi. Dopo però, una volta arrivati al liceo e soprattutto dopo la fine di esso, sperimentano isolamento, solitudine, ed emarginazione”.
E continua: “Il loro mondo si restringe sempre di più e questo causa depressione, malessere solitudine. Specialmente per quel che riguarda l’inserimento lavorativo. Su questo dobbiamo essere realisti. Oggi la condizione dei diversamente abili è difficile e ci si chiede davvero cosa possano fare questi ragazzi nel concreto”. Da WAYS essi imparano la gradualità e l’impegno dettato dai ritmi di una vita di raccoglitori ecologici. E lezione forse persino più importante, sanno come dare valore sociale a parole come dignità e parità: “La mia premessa assoluta è stata fin dall’inizio quella di far considerare i nostri ragazzi con molta serietà dal punto di vista professionale. Se risultavano adatti per quel ruolo allora era giusto offrirgli un contratto; altrimenti era meglio lasciare perdere. In passato è successo per esempio che uno dei nostri fosse stato chiamato a lavorare come data entry in una società. Poi però non si è rivelato all’altezza. E allora la stessa società ne ha poi riconosciuto il valore impiegandolo in un ruolo diverso e dimostrando grande fiducia nella risorsa stessa”. Oggi la cooperativa WAYS – il cui lavoro è affiancato continuamente da un’assistenza di tipo psicologico – riesce a lavorare attraverso l’attività di raccolta ecologica e altri servizi, anche mediante il sostegno disinteressato di diversi soggetti sociali. “Abbiamo fatto tutto questo attraverso la solidarietà degli altri. Sia la nostra sede, sia gli oggetti che ci regalano per essere riciclati in modo da avere un poco di ritorno economico, sono frutto di un grande aiuto da parte di vari soggetti sociali”.
Cit. LASTAMPA.IT
30/03/2016
ALESSIA LAUDATI (NEXTA)